Il problema della scalabilità
Come hai imparato nelle lezioni 16 e 18 nella sezione Intermedia della Bitpanda Academy, attualmente non esiste una rete blockchain che sia veramente strutturata in modo tale da poter essere facilmente scalabile per competere con le reti di pagamento tradizionali.
Prendiamo Ethereum, per esempio, che è stato creato da Vitalik Buterin con il nome di Ethereum Classic e attualmente funziona come una singola blockchain, nonostante supporti un numero di applicazioni decentralizzate e di utenti in costante crescita: tutte le transazioni devono essere elaborate dallo stesso gruppo di miner, il che porta alla congestione della rete.
Sebbene il tempo medio di blocco di Ethereum, pari a circa 20 secondi, sia di gran lunga inferiore ai 10 minuti richiesti dalla rete di Bitcoin, i tempi di elaborazione non possono ancora competere con un fornitore di pagamenti come VISA, che è in grado di elaborare 1.700 tps (transazioni al secondo). Ethereum, da parte sua, ha un tps massimo attuale di 15. Quando una blockchain cresce, cresce anche la quantità di dati in una rete.
Una scuola di pensiero ritiene che un sistema proof-of-stake sia la risposta a Ethereum e, in generale, alle carenze del meccanismo proof-of-work. Tuttavia, agli occhi degli sviluppatori di Ethereum, questo è solo un pezzo del puzzle. Ethereum ha annunciato l'intenzione di completare la transizione della rete a un algoritmo di consenso proof-of-stake nel secondo trimestre del 2021 nell'ambito di "Ethereum 2.0", una serie di aggiornamenti.
Tuttavia, è la combinazione dello sharding con un protocollo di consenso proof-of-stake che rappresenta la struttura ideale per la scalabilità della rete. Per capire questo punto, è necessario prima di tutto definire lo sharding e il suo funzionamento, tenendo presente come Ethereum intende utilizzarlo nello specifico per aumentare la propria scalabilità.
Cos'è lo sharding?
Lo sharding, come tecnologia, è precedente all'arrivo delle blockchain e deriva da una tecnologia chiamata "partizionamento dei database".
Ciò significa che un database di grandi dimensioni viene suddiviso in database più piccoli e gestibili. Qualunque sia il criterio utilizzato per farlo, il punto è che le query che richiedono l'accesso solo a una parte dei dati possono essere eseguite più velocemente perché ci sono meno dati da analizzare. Questo per migliorare il throughput delle transazioni e per distribuire le risorse di archiviazione e di calcolo in una rete.
Lo sharding, come tecnologia, è precedente all'arrivo delle blockchain e deriva da una tecnologia chiamata "partizionamento dei database".
Nel contesto della blockchain, questo significa che ciascun nodo all'interno della rete conserva solo le informazioni relative alla propria catena di shard. Anche se queste informazioni possono comunque essere condivise, non tutti i nodi memorizzano ed elaborano più tutte le informazioni.
Che cos'è lo sharding nell'ambito di Ethereum 2.0?
L'obiettivo di questa modifica è quello di far assomigliare la rete di Ethereum a una ragnatela invece che a una catena singola, con una blockchain chiamata "catena Beacon" al suo centro. Nel complesso, funzionerà come l'attuale blockchain di Ethereum, con alcune sostanziali differenze. Un grande gruppo di mini-blockchain chiamate "shard" sarà quindi coordinato attraverso la catena Beacon. Questi shard, o frammenti, elaboreranno tutte le transazioni attraverso i loro validatori, senza passare per la catena Beacon, che funge da sede del protocollo della rete.